Deserto Solitario. Una stagione nei territori selvaggi. Edward Abbey, 1969

No, la natura selvaggia non è un lusso, ma una necessità dello spirito umano, vitale per le nostre esistenze quanto l’acqua e il buon pane. Una civiltà che distrugge quel poco che rimane di essa, di quello che si è conservato nel tempo, delle cose che erano in origine, si separa volutamente dalle sue radici e tradisce il principio stesso su cui essa si basa.

(Edward Abbey)

Arches-National-Park

Terribilmente attuale questo libro, nonostante quasi quarant’anni di distanza. I problemi che Edward Abbey, scrittore e ambientalista angloamericano, sollevava in questo libro non appartengono infatti solo al passato. Purtroppo.

Il libro è basato sull’esperienza che lo stesso Abbey fece negli anni Sessanta come Ranger nel territorio degli Arches National Monument, un luogo mistico che purtroppo cominciava a confrontarsi con l’invasione del turismo di massa. Nel territorio degli Arches verranno infatti costruiti parcheggi e strade, mentre il corso del fiume Colorado sarà fermato dalla diga di Glen Canyon.

Il parco nazionale di Arches si trova nel Sud-Est dello Utah ed è uno dei parchi più famosi e frequentati  in quanto contiene la più alta concentrazione di archi naturali di pietra arenaria al mondo. Nonostante queste meraviglie della natura siano qui da milioni di anni, l’ambiente del parco è estremamente delicato. La forza erosiva del vento e dell’acqua lo stanno lentamente distruggendo. Ma non bastavano gli agenti atmosferici a mettere a rischio questo spettacolo naturale. Infatti, anche l’impatto umano in questo sito è allarmante.

Ode al deserto

Lo sapete e ve lo ripeterò all’infinito. Il deserto mi ha stregata. Quindi come non essere d’accordo con Abbey quando esprime la sua passione per il deserto di rocce lisce che per lui rappresenta il più bel posto sulla terra?

“Ogni uomo, ogni donna, porta dentro di sé l’immagine di un posto ideale, quello giusto, la sua vera casa, conosciuta o sconosciuta, reale o immaginaria (…) Per quanto mi riguarda scelgo Moab, nello Utah. Non intendo la città in se stessa, naturalmente, ma il territorio che la circonda – la terra dei canyon. Il deserto di rocce lisce. La polvere rossa e le rupi bruciate e il cielo solitario, tutto ciò che si trova aldilà della fine delle strade.”

Nel deserto ci si immerge totalmente nella natura, in solitudine, non solo per evadere dal caos, ma anche per confrontarsi con se stessi. Il deserto ti costringe a guardare lontano, verso l’orizzonte e allo stesso tempo nel profondo di te stesso. Nel deserto puoi scoprire il tuo vero IO.

“Tutte le cose umane si mischiavano con il cielo e scomparivano oltre le montagne e sentivo, come sento ancora, che un uomo non può mai trovare, né avere bisogno di compagnia migliore di quella di se stesso.”

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Ci sono libri che ti cambiano la vita. Ci sono libri che ti danno risposte ad innumerevoli domande e quelli che ti rendono una persona migliore. Deserto Solitario per me è stato uno di questi.

Le cose semplici sono le più straordinarie, diceva Paulo Coelho. La natura è semplice e allo stesso tempo è maestra di felicità. Non so a voi, ma in me crea uno stato di benessere e di armonia indescrivibile. Guardare un  bellissimo tramonto, immergere la mani nella sabbia calda, sedersi sull’erba e chiudere gli occhi, restare in silenzio nel bosco e ascoltare i rumori, ritrovare il contatto con la terra sono tutte cose che hanno il potere di regalarmi emozioni uniche e ricaricarmi di energia. Sono la mia medicina naturale per il corpo, la mente e l’anima. 

E proprio per questo motivo la natura va protetta, amata e rispettata. Come pensava Abbey: “Il vero Paradiso è qui sulla terra“. Sta a noi difendere il nostro Pianeta. E’ nostra responsabilità assicurare ai popoli e alle generazioni future un posto migliore in cui vivere e questo compito diventa sempre più urgente e importante.

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Amo questo libro. Deserto solitario non è solo un diario di esperienze solitarie nella natura. E’ un manifesto e una riflessione sul rapporto tra la società e la natura selvaggia. E’ un ode al deserto come luogo da preservare dal punto di vista ambientale contro la deturpazione causato dall’uomo.

L’uomo ha sempre sfruttato il Pianeta e ha sempre cercato di spremerlo fino all’ultima goccia. E’ urgente invece pensare ad un ritorno alla natura, di cui siamo stati, siamo e saremo sempre parte integrante. La natura va amata, protetta e rispettata ogni singolo giorno perché ogni singolo giorno lei rappresenta il nostro sostentamento e la nostra VERA ricchezza!

“Ma l’amore per la natura selvaggia è più che un ardente desiderio di ciò che non può mai essere raggiunto; è anche una forma di lealtà verso la terra, la terra che ci ha procreati e ci mantiene, l’unica patria che avremo mai, l’unico paradiso di cui abbiamo bisogno, se solo avessimo occhi per vederlo. Il peccato originale, il vero peccato originale è la distruzione cieca, dettata dall’ingordigia, di questo paradiso naturale che ci circonda, se solo ne fossimo degni.”

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One thought on “Deserto Solitario. Una stagione nei territori selvaggi. Edward Abbey, 1969

  • Reply marina 23 Marzo 2018 at 17:17

    Deve essere bellissimo, lo voglio regalare a pasqua a mio marito che non smette di sognare i parchi rossi

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